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Acton Bell
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Concetti chiave del capitolo 11 Empty Concetti chiave del capitolo 11

Mer Apr 24, 2024 11:52 am
Nel post che segue ho riassunto in qualche modo il capitolo per chi non ha avuto modo di accedere ancora al libro o per chi ha avuto difficoltà a relazionarsi al testo. In questo spero di fare cosa gradita al lettore, anche se non so quanto io possa avere reso giustizia all’autore. Sono presenti delle  piccole “interpolazioni” nel momento in cui mi son trovata a tentare di spiegare alcuni concetti, come sono anche presenti dei link per riferirsi a concetti già illustrati nei capitoli precedenti. Passando sopra ai termini (in questo caso le due concezioni) col cursore, la definizione diventerà rossa e voi potrete cliccarci sopra.

Capitolo 11: Visibilità di controllo

Diamo un’eccessiva importanza alla visibilità, all’apparenza, cioè a come veniamo percepiti dagli altri una volta che ci mettiamo in rete,Ormai è diventato un trend (manierismo) che si riproduce e richiede che tu stia al passo col sistema e con quello che espongono gli altri. Sottolineando l’apparenza, però la realtà diventa secondaria, o meglio, funzionale all’immagine che si vuol dare di sé: perciò la realtà viene selezionata.
Problema: i dettagli della propria vita vengono dati in mano (data) a degli estranei. Per cui il nostro esibizionismo / voyeurismo è funzionale affinché chi debba acquisire informazioni su di te non debba nemmeno carpirtele perché sei TU che gliele offri spontaneamente.
Dunque il sistema di sorveglianza diventa bene accetto. Ciò è possibile grazie ai dispositivi tecnologici e un collegamento online, senza i quali siamo tagliati fuori.
Conseguenza negativa: su un solo dispositivo accentriamo tutte le informazioni (private, denaro, accesso ai servizi, salute). Perciò oltre ad essere visibili, siamo anche riconoscibili. In questo caso, il concetto di sorveglianza è stato sdoganato, ma non ci è stato chiesto il consenso.

Siamo ben oltre le passate concezioni di:
- “contratto sociale” (cessione di sovranità ad un terzo per evitare la giungla dove tutti sono contro tutti);
- “servitù volontaria”, spesso il consenso alla cessione dei dati è estorto.

Soprattutto nel primo caso, quello del contratto, non abbiamo nessun vantaggio nell’accordo, soprattutto perché le nostre informazioni non sono sicure; anzi, sono alla mercé di tutti.
La verifica burocratica nelle procedure amministrative diventa il modus operandi dello stato e non può essere messo in discussione (altrimenti salta la modalità della sorveglianza). Questo è un procedere dogmatico e indubitabile.

È in atto un rovesciamento di potere:
PRIMA: il monarca, il tiranno era visibile; mentre tutti gli altri erano insignificanti.
ORA: la nostra visibilità è obbligatoria; mentre il vero potere è occultato.

La conseguenza di queste nuove condizioni è che, se non ti adegui, diventi automaticamente un individuo sospetto, che può commettere illeciti (es.: non accetti la moneta digitale che è tracciata, chissà costa ci devi fare…). Ma anche qui la cosa è molto ambigua: se l’intento di chi è al potere è quello di creare una società addomesticata, producendo un condizionamento psicologico, il vero criminale non interessa. Ciò che interessa in realtà è la possibilità di un’azione criminale da usare come scusa per instaurare un regime di sorveglianza. Come è accaduto durante la pandemia.
(Ecco che la ribellione è stroncata con l’abitudine alla situazione da una parte e all’esibizionismo del comportamento virtuoso dall’altra). Ciò fu definito da M. Foucault interiorizzazione dello “stato di continua soggezione”, che psicologicamente può addirittura comportare il mostrarsi contenti di essersi adeguati.

Quindi: se prima la presenza incuteva timore, ora è l’assenza a farlo. Non sai cosa può accaderti, non sai contro chi prendertela, non sai come reagire.
In realtà, a chi si è adoperato per creare dei database (dall’anagrafe al catasto, etc., sin dai tempi di Napoleone) è andata anche troppo bene perché il sistema si è implementato.

Conseguenze:
Il fatto di ridurre tutti a delle entità controllabili ha distrutto la nozione di individuo: l’egualitarismo ha fatto sì che tu diventassi un nessuno, un numero, un qualcosa di intercambiabile e sostituibile. Il collettivismo ha generato l’omologazione. Quindi c’è pochissimo spazio per gli individui che non potranno più muoversi perché altrimenti si distanzierebbero dagli altri. E il dogma collettivista vuole che tutti rimangano allo stesso posto, altrimenti il collettivismo s’invalida.

La speranza di uscita:
Far leva sullo spirito, sulla mente, sul dubbio, su cosa ci rende diversi gli uni dagli altri, sul recupero dell’individualità.

A Tristano Destinato e galahad il gentile piace questo messaggio.

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