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Concetti chiave del capitolo 8
Mer Apr 03, 2024 12:07 am
Nel post che segue ho riassunto in qualche modo il capitolo per chi non ha avuto modo di accedere ancora al libro o per chi ha avuto difficoltà a relazionarsi al testo. In questo spero di fare cosa gradita al lettore, anche se non so quanto io possa avere reso giustizia all’autore. Sono presenti delle piccole “interpolazioni” nel momento in cui mi son trovata a tentare di spiegare alcuni concetti.
Capitolo 8: La differenza impedita
Il discorso prende le mosse dalla “Rivoluzione Conservatrice” che si interrogava come rapportarsi alla modernità (alla tecnica) e alla post-modernità poi.
NOTA. Rivoluzione conservatrice = l’espressione è di Hugo von Hoffmansthal in una conferenza a Monaco il 10/01/1927. È un movimento culturale tra le sue guerre, per la precisione tra il 1918 e il 1932, di natura conservatrice e in opposizione alla Repubblica di Weimar, allo spirito liberale / borghese (l’attaccamento al denaro, tipico dell’aristocrazia militare degli Junkers) e al pangermanesimo. La letteratura è, infatti, lo spazio spirituale della nazione. Figure importanti possono dirsi C. Schmitt, J. Evola.
Fase 1 (la modernità, ancora meccanica).
Il Romanticismo aveva sottovalutato la pericolosità del nichilismo, che comunque proponeva una visione poetica della realtà e, talvolta, la presenza dell’elemento sovrannaturale (fantasmi, spiriti). Già in questa fase c’è il tramonto della civiltà preesistente in concomitanza con l’avvento della tecnica (la fabbrica, il telaio).
Le conseguenze nel caso singolo: la vita pare non meritevole di essere vissuta, seguendo fin troppo i ritmi della fabbrica.
Le conseguenze nel caso singolo: la vita pare non meritevole di essere vissuta, seguendo fin troppo i ritmi della fabbrica.
Le conseguenze nella società: l’idea della società organica (dove ogni elemento contribuisce al suo sano funzionamento) decade; al contrario, si crea una spaccatura tra non-lavoratori e schiavi. I primi rappresentano quelli che possono permettersi di non lavorare, vivendo uno stato di eccessivo benessere dato dal superamento del limite, dalla prevaricazione, in sintesi: dal nichilismo. I secondi hanno una realtà onirica da reificare:
- L’edificazione di quartieri operai
- L’espansione di aree produttive
- La marginalizzazione e il soffocamento dell’agricoltura tradizionale
- La sostituzione dei mestieri: no all’uomo che lavora la terra; sì all’operaio.
- Il crescere del cattivo gusto.
Fase 2 (la post-modernità, il processo di digitalizzazione della tecnica)
Ci sono due aspetti: il libero mercato e il totalitarismo comunista. Uno scontro totale con la consapevolezza di essere dei sopravvissuti. Anche Evola si dimostra inefficace e fuori tempo, con la sua Meditazione delle vette. Il che vuol dire ormai la vita contemplativa è impedita, anzi è addirittura impensabile. Altro riferimento al testo conservatore di Rod Dreher, Operazione Benedetto, proponente un ritorno al principio monastico dell' “ora et labora”.
Siamo in un “carcere digitale”: la vita è subordinata al controllo. La soluzione presentata è più difficile di quanto non sembri perché non riusciamo a svincolarci dalla morsa.
Anche lo spazio è mutato: non è libero (anche se gratuito): occorre lasciare tracce (user ID, password) del proprio passaggio. Dunque muta la possibilità e la capacità di azione. - Non permette di uscire;
- Richiede una costante identificazione;
- Piano piano è stato accettato.
Come per i caveau delle banche o le basi militari (l’accesso è condizionato) e noi ce lo facciamo andar bene: per comodità (ad esempio, il non voler eliminare i cookies) e con la scusa del bene comune (espressa col politicamente corretto). Si diventa servi volontari, come preconizzava La Boétie (Discorso sulla servitù volontaria), man mano che il controllo aumenta.
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