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Acton Bell
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Concetti chiave del capitolo 3 Empty Concetti chiave del capitolo 3

Gio Mar 14, 2024 1:54 pm
Nel post che segue ho riassunto in qualche modo il capitolo per chi non ha avuto modo di accedere ancora al libro o per chi ha avuto difficoltà a relazionarsi al testo. In questo spero di fare cosa gradita al lettore, anche se non so quanto io possa avere reso giustizia all’autore. Sono presenti delle  piccole “interpolazioni” nel momento in cui mi son trovata a tentare di spiegare alcuni concetti.

Capitolo 3: “Il nichilismo instaurato”

Si inizia partendo dal concetto di irraggiungibilità /insuperabilità del “Meridiano Zero*”. (Il riferimento è a Ernst Jünger, dal Trattato del Ribelle, 25)

Cit. “Nei pressi del meridiano zero, dove ancora ci troviamo, la fede non ha corso; ciò che qui si richiede sono le prove. O meglio, gli uomini, qui, hanno fede nelle prove. […] Quali strumenti vanno consegnati in mano a chi […] desidera intensamente fuggire dallo squallore dei sistemi razionalistici e materialistici?”

NOTA: ci fu anche una corrente politica romana (1991-1993) assimilabile al Fronte della Gioventù, poi confluito nella Fiamma Tricolore di Rauti. Influenzati dal Trattato del Ribelle, erano contrari alla tecnocrazia e alla cancellazione dell’identità, fattori prodromi alla instaurazione del totalitarismo. Proponevano, come contraltare, il ritorno ai riti eterni: la celebrazione dei solstizi e del compleanno di Roma (21 aprile), il neopaganesimo, la pietas romana e le letture di Julius Evola.

Altra immagine di riferimento è quella del Leviatano, ovvero la personificazione del potere che, per evitare la guerra di tuta contro tutti (l’eterna concorrenza degli interessi dei singoli) e lo stato di eterna violenza, si pone come garante della pace a condizione, però, della cessione di sovranità e di porzioni di libertà dei singoli. Ovviamente la domanda è fino a che punto i singoli / sudditi / cittadini devono rinunciare alla loro porzione?
Il nichilismo (dal latino “nihil”, nulla) non riconosce più vita e morte: ha fatto saltare qualsiasi parametro in nome dell’interesse e del consumo – che altro non è che uso sfrenato. L’isolamento è sradicamento dalla comunità, dall’identità, dal loro Sé – cosa che li fa diventare automi; mentre il progresso è un’idea faustiana/mefistofelica che sposta l’attenzione altrove, allontanandoci dal qui e ora (hic et nunc). È una truffa e il potere ci lucra sopra. Quello che propongono è il Transumano: protesi, appendici, una fusione uomo-macchina. Questa truffa del superamento ha origine nell’infezione di correggere l’imperfezione umana, prefigurando l’uomo ideale: con tutte le modifiche da apportare in futuro perché si è scontenti della situazione attuale. Il fatto stesso di far credere che domani verrà la salvezza, contribuisce a mantenere l’oggi nullo.
La dimostrazione della truffa appare evidente nella credenza di Lenin che le macchine ci avrebbero liberato l’uomo; invece, hanno finito col portargli via il sostentamento. Questo è il motivo per cui il progresso è diventato un feticcio, un totem, una divinità fasulla. Un qualcosa che si è imposto con la scusa che è funzionale al benessere generale con contorno di concetti più o meno astratti.

Un esempio di comunicazione lo si può vedere nel caso dell’economia del passato (e.g.: del medioevo, del feudalesimo). Essa segue questi schemi:
- Basata sullo slogan: “Il Medioevo è arretratezza”, “Nuovo è meglio di vecchio”.
- Funzionale: spesso e volentieri da orientare contro il nemico di turno e distorcendo gli eventi;
- Tempista: si coglie l’attimo, giocando la carta ideologica appropriata.

Ad un certo punto, però, qualcosa va concesso: bisogna metterci un punto, se si vuole promettere il “paradiso in terra”: allora si concede il contentino per migliorare le condizioni di vita.
Ad ogni modo, attenzione a non prendere una china pericolosa che poi risvegliarsi senza terreno sotto i piedi non è bello.

A TerraOstile, Nuria Monfort, Tristano Destinato e galahad il gentile piace questo messaggio.

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