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Cisgender: no grazie? Empty Cisgender: no grazie?

Mer Feb 28, 2024 9:49 pm
Gent.mi Amici Eleganti,
Ieri mi imbatto, per caso, nel termine"cis gender".

La cosa curiosa è che il termine era inserito in un contesto il cui l'argomento trattato era: "patologie dell'apparato femminile".

Così  per soddisfare la mia ignoranza curioso in rete e inserisco in X #cisgender.
I risultati sono stati a dir poco raccapriccianti.
Lo stesso Elon Musk recita:
"Cis is a heterophobic word. Shame on anyone who uses it.".

Così, per non tediarvi vi chiedo: è corretto sdoganare "cisgender" nell'uso nel linguaggio comune all'insegna dei movimenti woke?
Un caro saluto
Acton Bell
Acton Bell
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Cisgender: no grazie? Empty L'uso del termine "cisgender"

Ven Mar 01, 2024 6:09 pm
Carissima Ginevra,

mi dispiace scrivere in ritardo. La settimana scorsa ho avuto il post sul convegno e questa settimana pure devo preparare un'altra cosuccia. Ma veniamo alla domanda.
La mia riposta è NO.

Al momento buona parte della battaglia dei nostri nemici consiste nella rieducazione al linguaggio attraverso l'introduzione di neologismi e l'eliminazione di parole che abbiamo sempre usato perché tacciate di una componente discriminatoria. Il risultato è che ciò conferisce al linguaggio di chi lo usa quell'aspetto sinistro e intellettualoide che si è in grado percepire con sgomento, per esempio, negli interventi di Elly Schlein.
Il linguaggio è un prodotto del pensiero: è la sua reificazione. Per i greci λόγος (logos) significa sia "ragione" che "parola, discorso". Va da sé che le due cose tendono ad essere vicinissime, o comunque interconnesse. Assecondare il nuovo linguaggio è dunque assecondare il nuovo ragionamento. E a me il nuovo ragionamento non piace, né nella sua imposizione né nel suo contenuto.

Ovviamente esiste anche la componente libertaria che, personalmente, difenderò fino alla morte. Io non ho bisogno di nessuno, tantomeno dal nuovo continente dove il livello d'inglese è piuttosto discutibile (sono un'anglista, perdonatemi!) e dove la loro storia non arriva nemmeno a cinquecento anni, che venga a dire a me come devo parlare e tradurre in parola scritta il mio pensiero. Soprattutto perché io non ho nessunissima intenzione di supportare la loro ideologia, neppure indirettamente.
Non solo si tratta di una presa di posizione dittatoriale la loro, ma non possiedono nemmeno la cultura per poterlo fare. Già mettere il prefisso "omo" in contrapposizione con "lesbo", per esempio, vuol dire non sapere il significato di "omo" che non è "uomo", alla romana, bensì "simile". Si tratta di un prefisso che troviamo in tante parole: omologato, omogeneo, omonimo, etc.

Per quanto riguarda il significato della parola, ovvero, persona che si riconosce nel proprio corpo, sarebbe ora di iniziare ad affrontare la questione di cosa sia la realtà. La realtà è indipendente dalla nostra percezione: anzi, il più delle volte non vi corrisponde. Le mie fantasticherie o i miei incubi non sempre corrispondono al vero: sono produzioni della mia mente. Stesso dicasi per allucinazioni, gravidanze isteriche, percezioni sballate a causa di droghe. Dunque alla riprova dei fatti non sono reali, come reale non è l'unicorno o il cavallo alato. Il fatto che io mi senta Napoleone o Maria Callas non vuol dire che io lo sia davvero. E, se continuo a sostenerlo, vuol dire che ho un problema.
Mi spaventa abbastanza il fatto di creare deliberatamente un universo surreale popolato da individui che vedono e sentono quello che vogliono vedere e sentire, ma non quello che hanno davanti agli occhi. Mi spaventa, soprattutto per i giovani, il distacco dalla realtà che è indotto, anche attraverso il linguaggio. Perché si tratta sempre e comunque di un condizionamento del cervello. Linguaggio ricevuto ripetutamente -> cervello abituato -> linguaggio prodotto. (alcuni linguisti la spiegherebbero così). Soprattutto perché la "plasticità" del cervello di un ragazzo è evidente: può essere plasmato. Noi ci siamo "induriti", abbiamo modo di difenderci.
Il mio genere sessuale è garantito dai caratteri sessuali primari e secondari; non è diverso né tantomeno in attesa di identificazione. (E, anche se lo fosse, non si capisce perché tali pensieri, inerenti i rapporti intimi, dovrebbero essere condivisi con la società. Che ve ne importa, insomma?) Le parole hanno un significato e dovrebbero essere usate in base a quello. Dunque siccome per me "cisgender" non significa nulla perché i generi sono due (ma non sono cis e trans), non lo userò.

Ricambio i saluti,
Acton

A TerraOstile e Tristano Destinato piace questo messaggio.

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Cisgender: no grazie? Empty Re: Cisgender: no grazie?

Sab Mar 02, 2024 2:31 am
Grazie, ho letto con piacere la tua analisi.
Come accennavo nel mio precedente post, ricercando semplicemente su X, mi sono comparsi dei post del mondo woke e anti-woke. Sono rimasta attonita.

Così mi domandavo se non potremmo, nel nostro piccolo, dare un contributo al "risveglio del gregge" per porre l'attenzione al dilagare di tali pensieri.

A mio parere, potremmo, con post mirati, dopo attenta valutazione e organizzazione, mettere in evidenza i danni che si stanno evidenziando in molti paesi soprattutto a carico dei bambini.

Potremmo creare un gruppo di 3/4 persone che si documenta, si confronta e poi coinvolge la community.
Un caro saluto


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Cisgender: no grazie? Empty Re: Cisgender: no grazie?

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