Yukio Mishima
Gio Feb 22, 2024 9:28 pm
Yukio Mishima è stato uno degli scrittori giapponesi più influenti del XX secolo, noto per la sua ricca produzione letteraria e le sue opinioni poliedriche sulle questioni politiche, sociali e culturali. Mishima è anche ricordato per il suo coinvolgimento nell'azione politica e, in particolare, per l'evento drammatico della sua stessa morte, che ha coinvolto un atto di autoimmolazione.
L'idea di "azione" nel contesto di Yukio Mishima è profondamente legata alle sue visioni sul nazionalismo, l'estetica, l'onore e il significato della vita. Mishima è stato fortemente influenzato dalla tradizione samurai e dal concetto giapponese di "bushido", il codice etico seguito dai guerrieri samurai. Ha spesso esaltato l'azione eroica, la determinazione e il sacrificio personale come valori fondamentali.
Tuttavia, Mishima ha anche manifestato preoccupazioni per il declino della tradizione e dei valori giapponesi tradizionali, insieme alla sua critica nei confronti della modernità e della cultura occidentale che, a suo dire, stavano minando l'identità nazionale giapponese.
Queste convinzioni hanno portato Mishima ad agire in modo estremo il 25 novembre 1970, quando, insieme ad alcuni membri del suo gruppo paramilitare, il Tatenokai, si è recato in un'ufficio militare a Tokyo, ha preso in ostaggio un generale e ha letto una dichiarazione per chiedere un ritorno all'antica forma di governo dell'imperatore. Dopo aver tentato invano di persuadere i soldati a unirsi a lui, Mishima ha fatto ritorno nello stesso ufficio e ha compiuto il "seppuku" (un suicidio rituale giapponese) con l'aiuto di uno dei suoi seguaci.
Questo atto estremo di autoimmolazione ha suscitato una forte reazione sia in Giappone che all'estero, e ha portato molte persone a riflettere sul significato delle sue azioni e sulle sue idee politiche e filosofiche. La morte di Mishima è stata interpretata da alcuni come un atto di puro estremismo o follia, mentre altri l'hanno considerata un'estrema espressione del suo impegno per i valori tradizionali giapponesi e per il concetto di "azione" intesa come sacrificio supremo per una causa ritenuta nobile.
L'idea di "azione" nel contesto di Yukio Mishima è profondamente legata alle sue visioni sul nazionalismo, l'estetica, l'onore e il significato della vita. Mishima è stato fortemente influenzato dalla tradizione samurai e dal concetto giapponese di "bushido", il codice etico seguito dai guerrieri samurai. Ha spesso esaltato l'azione eroica, la determinazione e il sacrificio personale come valori fondamentali.
Tuttavia, Mishima ha anche manifestato preoccupazioni per il declino della tradizione e dei valori giapponesi tradizionali, insieme alla sua critica nei confronti della modernità e della cultura occidentale che, a suo dire, stavano minando l'identità nazionale giapponese.
Queste convinzioni hanno portato Mishima ad agire in modo estremo il 25 novembre 1970, quando, insieme ad alcuni membri del suo gruppo paramilitare, il Tatenokai, si è recato in un'ufficio militare a Tokyo, ha preso in ostaggio un generale e ha letto una dichiarazione per chiedere un ritorno all'antica forma di governo dell'imperatore. Dopo aver tentato invano di persuadere i soldati a unirsi a lui, Mishima ha fatto ritorno nello stesso ufficio e ha compiuto il "seppuku" (un suicidio rituale giapponese) con l'aiuto di uno dei suoi seguaci.
Questo atto estremo di autoimmolazione ha suscitato una forte reazione sia in Giappone che all'estero, e ha portato molte persone a riflettere sul significato delle sue azioni e sulle sue idee politiche e filosofiche. La morte di Mishima è stata interpretata da alcuni come un atto di puro estremismo o follia, mentre altri l'hanno considerata un'estrema espressione del suo impegno per i valori tradizionali giapponesi e per il concetto di "azione" intesa come sacrificio supremo per una causa ritenuta nobile.
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Re: Yukio Mishima
Ven Feb 23, 2024 10:39 am
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- Max
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Data di iscrizione : 14.02.24
Re: Yukio Mishima
Dom Feb 25, 2024 1:59 pm
Le “accuse” in terra natia dei tradizionalisti puri di essere troppo moderno ed occidentalizzato e quelle dei “modernisti” di essere troppo attaccato ad un Giappone ormai inesistente, hanno fatto sì che venisse più apprezzato lontano da casa.
Nemo profeta in patria.
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