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Croce
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Sab Feb 17, 2024 9:39 pm
Vorrei scrivere qualche parola riguardo il tema portante del terzo capitolo commentato via X: il nichilismo.
Pressoché il mondo intero è strutturato in modo che l'essere umano abbia continuamente bisogno di appoggiarsi all'esterno di sé per vivere, debba continuamente appoggiare la propria attenzione a un oggetto esterno a sé, debba continuamente essere attratto da un fenomeno esteriore, debba sempre essere mantenuto in modo tale che la mente sia sempre occupata ad essere occupata. Addestrato da subito in questa maniera, l'essere umano non può che considerare normale questo modo di fare, non può che considerare normale avere la mente occupata e riempita da un oggetto. Al punto tale che si può arrivare a credere di essere solo ciò che si fa o credere di essere l'immagine che si crede di essere fino ad arrivare a cercare di ricomporre la stessa davanti allo specchio per assomigliare a quell'immagine mentale. Quindi, non conoscendo nient'altro che il mondo che ci viene proposto, non troviamo nulla che non vada nello spendere ore in serie TV, film, televisione o qualsiasi altro tipo di intrattenimento. E in effetti non c'è nulla che di per sé non vada: va bene tutto se è sano. E cos'è sano? Ciò che è pulito, non è subdolo, non è speculatorio, ciò che contribuisce a creare condizioni favorevoli. Considerando la quotidianità credo si possa dire che questo mondo non è sano. Se non è sano significa che è malato. E il malato non può che essere l'essere umano. Se il malato non si cura, non guarisce. Come minimo è quindi necessario e doveroso tornare semplicemente sul binario del buon senso, del buon senso comune, del buon senso civile, del vivere in equilibrio. Ma ancora non avremmo fatto abbastanza per cambiare. Per cambiare occorre sapere dove andare, perché e come. Occorrono degli strumenti: consapevolezza, conoscenza. Occorre smetterla di evitare le domande chiave che probabilmente tutti si sono posti e a cui pochi hanno prestato attenzione: “Chi sono? Cosa sono? Da dove vengo? Cos'è la vita? Cos'è la morte?”. Ecco che proprio a queste domande spesso si preferisce rispondere con degli intrattenimenti riempitivi; così non ci si pensa e si fa qualcos'altro che ci mantiene nell'illusorio mondo reale, in ciò che è considerato normalità, quindi di nuovo attaccati a qualcosa da fare purché non implichi un vago pensiero di cambiamento. Si preferisce stare nella confortevolezza della propria gabbia. Cambiare è impegnativo, è difficile, è un lavoro vero e proprio. è il più difficile e il più remunerativo. Cambiare implica il fare chiarezza, diradare la nebbia, implica non aggrapparsi al primo salvagente bucato che ci può regalare un po' di intrattenimento da sballo. Se ci viene regalato serve a chi ci fa il regalo. Chi ci fa il regalo ci vuole a suo uso: obbedienti e soddisfatti di non doversi impegnare, sussidiati di intrattenimento, drogati di non-pensiero. Cambiare implica fare luce, cercare la luce, conoscerla e capire da dove viene. Tutto ciò implica evidentemente un percorso diverso da quello che ci è stato proposto inducendocelo con gentilezza, gentilismo, sorrisismo e buonismo. Il cambiamento è faticoso, difficile, impegnativo ed è a portata di essere umano. Dobbiamo sapere chi siamo, dobbiamo sapere cosa siamo. Esistono gli strumenti necessari a comprendere cos'è l'essere umano, la vita e la morte. Questi strumenti vengono tramandati nelle tradizioni spirituali autentiche in lignaggi ininterrotti di Maestri che, tramite l'esperienza diretta e l'opportuna condotta, portano sino a noi ciò che serve per l'evoluzione a beneficio di tutti. Se in una tradizione vengono tolti gli elementi di pratica che permettono la trasformazione dell'individuo attraverso la conoscenza di sé, del Sé, della reale natura dei fenomeni, della reale natura dell'esistenza, allora quella non è che un sistema che serve a raggruppare gente in modo che possa essere in qualche modo condotta, tenuta a bada, controllata. Se una tradizione è autentica vi è anche un insegnamento pratico, tecnico, esoterico. Ci sono tradizioni autentiche in ogni parte del globo, per tutte le culture, quindi per tutti. Cercare questi insegnamenti non implica necessariamente diventare fedeli; quella sarà scelta personale del singolo. Quello che bisogna capire è che quegli insegnamenti ci sono, vengono dati e sono a portata di essere umano. Quegli insegnamenti permettono all'essere umano di vedere chi è, da dove viene, cosa deve fare e si tratta di tecniche di pratica. Addentrandosi si vedrà che le tecniche sono tante e varie ma la pratica è una sola. E l'essere umano che tramite l'esperienza diretta entra nell'assoluto diventa un argine per gli ostacolatori del mondo, della vita.

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